Il cannone del fuoco
Sembra un cannone da neve, ma non lo è affatto. Questa turbina non inneva le piste. Spegne gli incendi.
È iniziato tutto da qui, da questo piccolo ufficio nella zona industriale di Bolzano. Qui ha mosso i primi passi TechnoAlpin, oggi leader mondiale nel settore dell’innevamento. I dipendenti di allora si contavano su una sola mano. 16 anni dopo, l’azienda ha una nuova sede pochi metri più a sud. È all’avanguardia e il personale supera le 200 persone. E poi ci sono le filiali, decine, sparse in tutto il mondo.
Oggi questi stessi uffici ospitano i dipendenti di una società affiliata a TechnoAlpin. Si chiama EmiControls, è nata nel 2011. Il suo compito è quello di individuare nuovi mercati e applicazioni innovative per il know-how del gruppo. Mi accoglie il direttore vendite, Francesco Fritz. Mi stringe salda la mano. Immagino subito che oggi questo ingegnere mi farà immergere in un mondo tutto nuovo per me.
Francesco Fritz, direttore vendite di EmiControls, mi trasporta con entusiasmo alla scoperta di una innovativa e moderna tecnologia legata alle turbine.
Cammino incuriosita in questi uffici luminosi, pieni di oggetti di metallo. Grandi, piccoli, di forme diverse. Non capisco a cosa servano. Solo alla fine del mio viaggio capirò che sono parti di una turbina, pezzi che vengono utilizzati proprio qui per costruire i prototipi dei “cannoni del fuoco”.
Disegno al computer e costruzione del prototipo vanno di pari passo. Ogni elemento viene provato e costantemente migliorato.
Le divisioni aziendali
EmiControls si è specializzata in due diverse applicazioni, quella antincendio e quella dell’abbattimento delle polveri. Tra i settori minori, quello dell’evaporazione dell’acqua.
Usciamo dagli uffici, percorriamo qualche metro in zona industriale per raggiungere la sede di TechnoAlpin. È qui che vengono costruite le turbine antincendio. Meglio vedere da vicino la tecnologia che sto per scoprire…
#1
Sembra un cannone da neve…
Ma non lo è affatto. A vista d’occhio, un cannone da neve e una turbina antincendio sembrano uguali. Hanno sembianze simili. Ma le analogie si fermano qui. “La tecnologia di base è la stessa, ma viene adattata ad esigenze molto diverse” mi spiega prontamente Francesco Fritz. Concetto, progettazione e produzione sono mondi diversi.
Alcuni elementi, ben sviluppati dal gruppo TechnoAlpin si adattano bene alle esigenze di EmiControls. Un esempio su tutti è quello delle pale delle turbine. Sono perfette sia per i cannoni da neve che per i cannoni antincendio. Ovviamente cambiano i materiali, che devono essere altamente resistenti al calore. Ma la forma no, quella rimane la stessa.
Francesco Fritz mi mostra alcuni pezzi. La pala della turbina moderna, ad esempio, è stata interamente calcolata e realizzata attraverso una progettazione 3D. È perfetta sia per un cannone da neve, sia per una turbina antincendio.
#2
L’acqua fa la differenza
Ciò che in primis differenzia una cannone da neve da una turbina antincendio è la quantità di acqua. Il cannone da neve spruzza circa 500 litri al minuto. La turbina antincendio ha una portata dieci volte maggiore. E poi c’è ovviamente il tipo di fluido. Per produrre la neve si utilizza acqua, relativamente pulita. Per spegnere un fuoco si usa l’acqua che si trova a disposizione, non sempre pulita, spesso salata, oltre a schiume, gel o ritardanti.
La turbina antincendio rossa ricorda il tradizionale cannone da neve giallo di Technoalpin, ma le analogie si fermano all’estetica. Concetto, progettazione e produzione sono differenti.
I vantaggi dell’acqua nebulizzata
L’acqua, soprattutto se nebulizzata, ha un elevato potere di raffreddamento. Applicata al fuoco, ha un’efficacia molto maggiore rispetto ad un getto tradizionale. Il concetto è molto semplice, se aumenta la superficie dell’acqua, cresce anche la capacità di assorbimento del calore. Basta poca acqua, e appena entra in contatto con il fuoco, le fiamme si spengono all’istante.
Gli ugelli di questa turbina sono studiati per generare una fine nebulizzazione anche a basse pressioni. Rispetto ai sistemi di estinzione tradizionali, si impiega una quantità molto minore di acqua. E si ha un’efficacia maggiore.
Sembra tutto molto semplice. Possibile che nessuno ci aveva mai pensato prima? Per i vigili del fuoco i vantaggi dell’acqua nebulizzata erano ovvi, ma solo sposandola con la tecnologia della turbina, è diventata funzionale. Capisco, è abbastanza ovvio. Provo ad immaginare una spruzzata di acqua. Si ferma a pochi centimetri. Ma se viene spinta dall’aria, arriverà molto lontana. Per la precisione 70 metri. Una bella differenza direi.
#3
Quando nasce una buona idea
Sono stati i vigili del fuoco di Bolzano a lanciare l’idea di una turbina antincendio. Era il 2007 quando nacque il primo prototipo. L’hanno subito testato. Funzionava. Aveva del potenziale e così EmiControls approfondì studi e prove di efficacia. “I risultati furono incoraggianti – Nel 2010 venne sviluppato un nuovo prototipo, con qualche idea aggiuntiva. Dà ottimi risultati, ma può essere ancora migliorato molto” prosegue Fritz.
#4
Automazione e sicurezza
Siamo al primo modello. La strada è ancora lunga. La turbina antincendio ha infatti un ampio margine di miglioramento, sia in termini di potenza, che di adattamento alle esigenze nelle diverse situazioni. “Vedo grandi opportunità di sviluppo soprattutto nel campo dell’automazione” mi confessa Francesco Fritz. Il veicolo cingolato su cui è posizionata la turbina antincendio oggi può già disporre di telecamere video e ad infrarossi. Una soluzione che migliora le condizioni di lavoro dei vigili del fuoco. E di molto. Infatti, non sono più costretti ad avvicinarsi alla fonte delle fiamme.
È la macchina a muoversi per prima. Va avanti, sgombera il percorso da eventuali detriti, si muove nell’oscurità e nel fumo, si avvicina al fuoco. E lo spegne. I vigili del fuoco rimangono a distanza. Manovrano il mezzo con un pannello di comandi, 500 metri più indietro. Oggi vedono ciò che “guarda” la macchina attraverso un tablet e magari un domani, sarà la macchina stessa a consigliare come meglio agire in determinate situazioni di pericolo. O a salvare delle persone.
Il mezzo cingolato avanza e si muove nello spazio comandato a distanza da un semplice pannello di comandi.
#5
Così nasce una turbina
Si comincia a disegnare, sul computer. E parallelamente si inizia a costruire il prototipo. Ogni singolo componente viene immediatamente testato. E spesso modificato, adattato, migliorato. Dall’idea, alla nascita del primo prototipo, è trascorso un intero anno. E poi si è passati alla produzione, tutta in casa. Nella catena produttiva TechnoAlpin. Segue lo stesso iter di un cannone da neve. Si inizia con il montaggio della struttura di base e terminato l’assemblaggio meccanico, si passa a quello elettrico. E poi ogni singolo pezzo, ogni elemento, viene testato. Le turbine vengono solitamente installate in modo flessibile su veicoli antincendio o su un apposito mezzo cingolato. In futuro verranno magari anche posizionate in punti fissi. Ma questo è un altro mondo, quello della prevenzione antincendio.
Francesco Fritz prende il pannello dei comandi. Mette in moto un mezzo cingolato. Si innesca un carosello di luci e suoni. La turbina antincendio si muove in modo agile e flessibile. Noto subito le telecamere, ammiro la complessità degli elementi, il design. E poi in un attimo Francesco Fritz riallinea il mezzo. Oggi non ci sono emergenze. Può stare a riposo.
Testo: Valentina Casale
Foto: Alex Filz
Video: Veronika Kaserer
Così cambia il lavoro dei vigili
I vigili del fuoco di Bolzano utilizzano la turbina antincendio soprattutto all’interno delle gallerie. L’Alto Adige è una provincia con una delle più alte densità di tunnel. Molti sono vecchi, costruiti in epoca in cui non era previsto un sistema automatico di spegnimento degli incendi. La turbina rapprenda una soluzione ideale.