Stelle di qualità per i generatori a biomassa
Divieti a usare il riscaldamento a legna
Il divieto regionale (delle regioni bacino padano veneto: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana) di usare il riscaldamento a legna (pellet e biomassa in genere), quando si superano i livelli ammessi/tollerati di inquinamento dell’aria (in particolare le polveri sottili dette Pm10), generalmente vale solo in pianura, per chi ha altre forme di riscaldamento meno inquinanti (gas e gasolio, geotermico, solare, eolico) e per chi ha generatori di calore (stufe e caminetti) vecchi e di scarsa qualità (inferiori alla classe qualitativa 2 stelle);
il divieto generalmente non vale in montagna (o in collina oltre i 300 metri di altitudine), per chi ha solo il riscaldamento a legna, per chi ha generatori di qualità superiore (3 e 4 stelle).
Chi abita in pianura e oltre alla legna ha l’impianto di riscaldamento a gas o a gasolio, se vuole continuare ad adoperare la legna per scaldarsi oltre ogni divieto, deve per forza cambiare la vecchia stufa o il vecchio caminetto con uno nuovo di qualità superiore e meno inquinante, della classe di qualità 4 stelle.
L’ordinanza di divieto regionale è in vigore per tutti i comuni di fascia 1 e per quelli con oltre i 30mila abitanti, mentre per quelli al di sotto dei 30mila abitanti è richiesta l’assunzione di un atto comunale;
pertanto ogni cittadino utilizzatore di generatori a legna deve sentire il proprio comune se non è di fascia 1 e se con popolazione inferiore ai 30mila abitanti.
Quattro classi in base ad efficienza ed emissioni sul modello delle auto. La nuova certificazione nazionale di qualità per stufe, inserti e caldaie a legna o pellet, presentata oggi a Milano da Aiel, potrebbe fare molto per aria, consumatori e costruttori di apparecchi a biomassa legnosa.
Affrontare il problema della qualità dell’aria e contemporaneamente valorizzare i miglioramenti tecnologici di stufe e caldaie a pellet, istituendo un sistema di classi analogo a quelle delle automobili.
Sono queste le finalità di Aria Pulita, la nuova certificazione nazionale volontaria di qualità per stufe, inserti e caldaie a legna o pellet presentata oggi a Milano da Aiel.
Una mossa con la quale il settore si prepara a norme anti-smog come quelle messe in campo dalla Lombardia, peraltro pensate con la collaborazione dell’associazione. Regole che prevedono appunto una classificazione degli impianti a biomasse, in modo che quando i livelli di inquinamento sorpassano i livelli di guardia, si può ordinare di far spegnere solo gli apparecchi più inquinanti.
Allo stesso tempo, con la nuova certificazione, chi acquista una stufa o una caldaia a biomassa avrà più informazioni per scegliere, premiando così anche i produttori che investono in innovazione tecnologica.
Cosa si certifica
Aria Pulita è rivolta a stufe, inserti e caldaie a legna e pellet per il riscaldamento domestico, cioè apparecchiature con potenza inferiore ai 35 kW. Verifica la conformità dei prodotti rispetto a due principali requisiti: emissioni e rendimento.
Gli apparecchi certificati vengono poi classificati assegnando da 2 a 4 “stelle” sulla base di 5 parametri:
rendimento
emissioni di particolato primario (PP)
ossidi di azoto (NOx)
composti organici totali (COT)
monossido di carbonio (CO).
“Coerentemente con l’obiettivo di promuovere il continuo innalzamento della qualità degli apparecchi, Aria Pulita non certifica prodotti a una sola stella, che pur rispettano i requisiti per l’immissione sul mercato, ma solo quelli da due stelle in su”, spiegano da Aiel.
Qui sotto un’infografica su come leggere l’etichetta:
La certificazione
Quella messa in piedi da Aiel non è un autocertificazione, ma una certificazione volontaria e “di parte seconda”. Per cercare il massimo dell’imparzialità si sono creati un Comitato di Certificazione e un Comitato Tecnico composto da rappresentanti di Enea, Legambiente, Enama e Unione Nazionale dei Consumatori ed Etifor, con un ruolo per Aiel di esclusivo coordinamento.
“Gli organi di gestione sono indipendenti ed esterni ai rapporti che intercorrono fra le aziende e i clienti finali. Il prossimo passo – ha spiegato Annalisa Paniz di Aiel- sarà coinvolgere un organismo certificatore terzo, accreditato Accredia”.
Le procedure per ottenere la certificazione sono consultabili sul sito dedicato www.certificazioneariapulita.it, mentre a questo link si può vedere la lista dei prodotti al momento già certificati.
Una classificazione per nuove regole
Per il debutto, Aria Pulita ha scelto Milano “anche perché la Regione Lombardia ha deliberato recenti provvedimenti sulla qualità dell’aria che sono in sintonia con questa nostra iniziativa”, ha sottolineato nel saluto introduttivo il presidente di Aiel, Domenico Brugnoni.
Le stelle di Aria Pulita sono in linea con la classificazione dei generatori contenuta nella citata norma della Lombardia, la DGR 5656/2016, scritta anche con la collaborazione di Aiel, e la nuova certificazione trova concreta applicazione nel protocollo d’intesa, da poco sottoscritto dalla Regione Lombardia e ANCI, che individua uno strumento coordinato per consentire ai Comuni di attuare una serie di misure atte a gestire il superamento dei limiti di legge delle polveri sottili.
Come avevamo già riportato, le regole lombarde stabiliscono, a seconda della gravità dell’inquinamento atmosferico rilevato, il divieto di accendere solo le classi di apparecchi meno performanti, allo stesso modo in cui si limita il traffico ai soli mezzi Euro 3 o Euro 4 in base alle concentrazioni di inquinanti.
“Abbiamo anticipato l’applicazione di norme nazionali e comunitarie”, ha spiegato l’assessora lombarda ad Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Claudia Maria Terzi, anticipando che “del tema si parlerà anche con il ministro Galletti” in un incontro in programma martedì 8 novembre sul controllo dell’inquinamento atmosferico.
Una scelta che conviene al settore
“Aria Pulita nasce basandosi su tre capisaldi: trasparenza, oggettività, chiarezza – ha dichiarato nel suo intervento Marino Berton, direttore generale Aiel – da oggi il consumatore potrà scegliere sul mercato apparecchi domestici a legna e pellet con le migliori prestazioni che si traducono in: meno emissioni più rendimento”.
Se è vero che la nuova certificazione darà più strumenti per scegliere a chi compra una stufa, alla luce di quanto detto sopra sulle regole anti-smog, è chiaro che la scelta dell’associazione nasce anche dall’esigenza di tutelare il settore da eventuali misure che facciano di tutta l’erba un fascio.
Anche perché i costruttori – rappresentati in Aiel dal 70% delle industrie italiane ed europee che producono apparecchi di riscaldamento a legna e pellet – stanno già compiendo un grande sforzo nell’innovazione tecnologica, che però al momento è premiato solo sui mercati esteri.
“L’80% della nostra produzione è destinata ai mercati europei, come la Francia, dove c’è un sistema di classificazione simile ad Aria Pulita, o la Germania, che ha limiti severi sulle emissioni”, ha spiegato Marco Palazzetti portavoce delle aziende del Gruppo Apparecchi Domestici di Aiel.
“In Italia invece fino ad ora i consumatori hanno scelto quasi solo in base all’estetica e al prezzo. I nostri prodotti non sono solo belli da vedere ma anche tecnologici, ora possiamo dimostrarlo anche in Italia grazie ad Aria Pulita.”
L’importanza delle biomasse “fatte bene”
Le biomasse legnose – sottolinea Aiel – sono la prima fonte di energia rinnovabile in Italia. Solo grazie alla termica da biomasse l’Italia ha raggiunto e superato l’obiettivo europeo del 17% di energia rinnovabile, con sei anni di anticipo sulla scadenza del 2020.
L’utilizzo virtuoso delle biomasse legnose è un’opportunità ma, sottolinea Aiel, “nel nostro paese è ancora presente un vecchio parco di apparecchi a biomasse assolutamente obsoleto, per il quale è indispensabile attivare una massiccia campagna di sostituzione con nuovi e performanti generatori come quelli che ottengono la certificazione Aria Pulita, anche attraverso le opportunità offerte dal Conto Termico.”
Accordo bacino Padano: OBBLIGATORIO possedere stufe e caminetti stellati
https://www.aroundthefire.it/accordo-bacino-padano-obbligo-stufe-stellate
Migliorare la qualità dell’aria e contrastare l’inquinamento atmosferico da polveri sottili che coinvolge la Pianura Padana: sono gli impegni che si sono assunte le quattro regioni del bacino Padano, Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Ricerche continuative sulla qualità dell’aria e sull’inquinamento atmosferico in Italia hanno evidenziato come il bacino padano sia una delle zone più inquinate d’Europa. Questo è dovuto all’alta concentrazione di traffico, attività produttive e insediamenti abitativi che caratterizzano la zona.
Il Ministero dell’Ambiente, in accordo con le regioni interessate, ha messo in campo una serie di provvedimenti allo scopo di migliorare la qualità dell’aria. Gli ambiti interessati da queste norme sono: il traffico, le attività agricole e zootecniche e i generatori di calore domestici come legna, pellet o cippato.
Che effetti avrà l’accordo nella tua vita quotidiana? Dovrai cambiare il modo di spostarti o di riscaldare la tua casa? Significa che tutte le stufe a pellet o a legna inquinano? Continua a leggere per capire in cosa consiste questo Nuovo Accordo del bacino padano per il miglioramento della qualità dell’aria e come la scelta di una stufa certificata possa fare la differenza.
Vai direttamente alla sezione:
Accordo Bacino Padano
Cos’è e cosa prevede il nuovo Accordo per il bacino padano
La lotta all’inquinamento è una questione seria, soprattutto nelle zone ad alta densità abitativa. Un ambiente inquinato è prima di tutto un ambiente insalubre, che peggiora la qualità della vita.
A giugno del 2017 è stato firmato il Nuovo Accordo per l’attuazione di misure congiunte per il miglioramento della qualità dell’aria. Si tratta di un provvedimento che impone ad alcune regioni, quelle che formano il cosiddetto bacino padano, di attuare una serie di contromisure per combattere le emissioni e le polveri sottili a partire dal primo ottobre 2018. Le regioni firmatarie sono:
Lombardia
Veneto
https://bur.regione.veneto.it/BurvServices/pubblica/DettaglioDgr.aspx?id=347278
Piemonte
http://www.regione.piemonte.it/ambiente/dwd/2017/DGR42_5805.pdf
Emilia Romagna
Le 4 regioni si sono impegnate a rispettare un nuovo pacchetto di misure che interviene in tre ambiti per migliorare la qualità dell’aria:
traffico veicolare
attività agricole e zootecniche
generatori di calore domestici a biomasse (legna, pellet, cippato)
Cos’hanno in comune queste categorie? Sono le principali responsabili delle emissioni in atmosfera di polveri sottili (Pm10), biossidi di azoto (NO2) e, in agricoltura, di ammoniaca.
La soluzione del problema non è immediata. Per questo motivo sono stati studiati due tipi di intervento:
interventi immediati, di durata temporanea, che servono a tamponare il problema
interventi strutturali, di lungo termine, che renderanno efficaci le contromisure in modo stabile e duraturo
Ad esempio, sono stati messi a punto una serie di incentivi – eco-bonus – per la sostituzione di mezzi molto inquinanti in favore di veicoli a basso impatto ambientale. In campo agricolo, le regioni offriranno il loro appoggio anche a coloro che miglioreranno la gestione dei liquami e dei fertilizzanti.
Per avere una panoramica completa ed esaustiva di tutti gli interventi messi sul tavolo ti consigliamo di andare alla fonte e leggere cosa prevede l’accordo bacino padano per ogni regione:
Lombardia – Veneto – Piemonte – Emilia Romagna
L’accordo tra le regioni riguarda anche la gestione degli impianti di riscaldamento a legna, pellet e cippati. Capiamo meglio di cosa si tratta.
Accordo per il bacino padano e impianti di riscaldamento a biomassa: quali sono le novità?
Una parte degli interventi anti-smog concordati tra regioni e Governo riguarda anche le stufe e i caminetti alimentati a legna, pellet e cippato: il cosiddetto riscaldamento a biomassa.
Se ti stai chiedendo se le stufe a pellet, le stufe a legna e il camino a legna inquinano, la risposta è che la legna è un combustibile sostenibile e di per sé non inquina, ma per avere una combustione efficiente è opportuno utilizzare una stufa o un caminetto certificati. Se ti chiedi quanto inquina il pellet, sappi che si tratta di un ottimo combustibile ecologico, a patto però che sia certificato e che provenga da fonti sostenibili. Ti raccomandiamo di leggere la nostra guida che ti spiega come scegliere il pellet migliore.
https://www.aroundthefire.it/come-scegliere-pellet-migliore-piccola-guida-acquisto-consapevole
Il problema è rappresentato non tanto dai combustibili legna e pellet, ma dalle emissioni di stufe e caminetti a legna e pellet poco efficienti. Per questa ragione il nuovo accordo prevede:
un progressivo divieto di installazione di impianti non performanti
un fondo per la sostituzione dei vecchi impianti. Sapevi che, grazie al Conto termico i privati possono attingere ad un fondo di circa 700 milioni di euro? Leggi l’articolo Conto termico e detrazioni fiscali: abbiamo parlato dell’argomento in modo semplice e chiaro
nei piani di qualità dell’aria, i seguenti divieti, relativi a generatori di calore alimentati a biomassa, in funzione della certificazione prevista dal decreto attuativo dell’articolo 290, comma 4, del decreto legislativo n. 152/2006:
divieto, entro sei mesi dalla sottoscrizione del presente accordo, di installare generatori con una classe di prestazione emissiva inferiore alla classe “3 stelle” e di continuare ad utilizzare generatori con una classe di prestazione emissiva inferiore a “2 stelle”
divieto, entro il 31 dicembre 2019, di installare generatori con una classe di prestazione emissiva inferiore alla classe “4 stelle” e di continuare ad utilizzare generatori con una classe di prestazione emissiva inferiori a “3 stelle”
l’obbligo di utilizzare, nei generatori di calore a pellet di potenza termica nominale inferiore ai 35 kW, pellet che, oltre a rispettare le condizioni previste dall’Allegato X, Parte II, sezione 4, paragrafo 1, lettera d) alla parte V del decreto legislativo n. 152/2006, sia certificato conforme alla classe A1 della norma UNI EN ISO 17225-2 da parte di un Organismo di certificazione accreditato, prevedendo altresì obblighi di conservazione della documentazione pertinente da parte dell’utilizzatore
Naturalmente ti consigliamo di leggere il testo integrale dell’accordo sul bacino padano relativo alla tua regione per essere informato su tutte le iniziative in programma.
Le tipologie di riscaldamento interessate sono:
stufe e cucine a legna
stufe ad accumulo
stufe, inserti e cucine a pellet
termostufe
caminetti a legna aperti e chiusi
inserti a legna
caldaie
Significa che le stufe a pellet inquinano o che è vietato l’utilizzo delle caldaie a pellet? Niente di tutto questo.
Semplicemente, dovrai adeguare le tue abitudini alle nuove normative e, nel caso di nuovi acquisti, porre una maggiore attenzione all’apparecchio che vuoi installare a casa tua. Continua a leggere, approfondiamo il sistema di classificazione “a stelle”.
Stufe e caminetti stellati
Stufe e caminetti stellati: la classificazione che ti aiuta nella scelta
Come si fa a riconoscere una “stufa ecologica”, ossia una stufa a pellet o a legna che rispetti le normative vigenti in campo di emissione dei fumi? È sufficiente contare le stelle, letteralmente.
Per individuare facilmente i prodotti più performanti è stato introdotto un criterio di classificazione basato sulle prestazioni ambientali: si tratta di un metodo simile a quello usato per gli autoveicoli e in quel caso si parla di Euro 0, 1, 2.. fino a Euro 6.
La classificazione dei prodotti a biomassa, invece, è espressa da un numero di stelle che varia da 2 a 5 ed è stata adottata per definire in modo sistematico i prodotti a legna e pellet in base alle loro performance in termini di emissioni e rendimenti. I prodotti più efficienti avranno cinque stelle, i più inquinanti non rientreranno nella classificazione avendo soltanto una stella.
Nel caso il livello di polveri sottili superi il limite giornaliero previsto si potranno utilizzare solo i sistemi di riscaldamento che rientrano in una classe ambientale compresa tra 3 e 5.
Ogni produttore quindi dovrà richiedere ad un organismo notificato il rilascio della certificazione ambientale dei propri generatori di calore, e l’organismo notificato effettua le prove secondo i metodi riportati nell’allegato 2 del decreto del 7 novembre 2017 n°186.
Una ulteriore conferma di quanto sia fondamentale affidarsi a personale tecnico specializzato, l’unico in grado di garantire:
la certificazione della stufa a pellet
la certificazione delle stufe a legna
la certificazione della canna fumaria per la stufa a pellet o legna (Ne abbiamo parlato qui se vuoi approfondire)
Se stai pensando di comprare un nuovo sistema di riscaldamento a biomassa, le stelle saranno molto utili per capire velocemente se un caminetto, una stufa a pellet o a legna rispetta i nuovi provvedimenti varati dall’accordo tra Governo e regioni.