Divieti e permessi ad usare il riscaldamento a legna stellato e non stellato
Il Covid, la guerra in Ucraina da parte dell’aggressione russo, la crisi energetica con l’aumento del costo dei combustibili unitamente al pregio FER (fonte di energia rinnovabile) della biomassa vegetale, ha modificato profondamente l’approccio alla questione, da parte della politica europea, italiana e delle sue regioni, allentando di fatto le maglie dei divieti e allargando i permessi, nonché prorogando ed estendendo gli incentivi al rinnovo del parco dei generatori a biomassa.
Prendiamo il caso del Friuli Venezia Giulia
Caminetti e stufe in FVG, Fedriga tranquillizza ‘Nessun limite al loro utilizzo.
Zeno Saracino
22.12.2022
La voce, rilanciata anche da un giornale, secondo cui la Regione Friuli Venezia Giulia avrebbe posto limiti o avrebbe vietato a breve l’utilizzo di caminetti e stufe era falsa: una fake news, una notizia ingigantita, una mala erba cresciuta sul terreno della disinformazione. Lo ha ribadito il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, ribadendo che “da parte della Regione non ci saranno limitazioni al loro utilizzo“. Si ipotizzava infatti una limitazione all’uso di apparecchi per il riscaldamento autonomo connesso al nuovo Piano regionale sulla qualità dell’aria; tuttavia le circostanze eccezionali connesse all’aumento del prezzo del gas e dei pellets connesse al conflitto Ucraina-Russia rendevano quest’eventualità alquanto remota, senza per altro considerare le zone montane.
Fedriga lo ha definito “una polemica sterile e assolutamente strumentale”, soggiungendo che, nei limiti già vigenti della legge, “chi usa la legna per scaldare la propria abitazione non deve preoccuparsi”.
Il governatore ha precisato che “al momento è in corso un’attenta analisi in merito al Piano regionale sulla qualità dell’aria che non è stato ancora adottato dalla Regione e comunque non contempla alcun divieto di accensione per stufe e caminetti a legna”.
“Bisogna essere molto chiari – continua Fedriga – al momento la bozza del Piano prevede l’ipotesi di una riduzione dell’uso di stufe e caminetti con certificazioni di emissioni inferiori alle 4 stelle solo nel caso di sforamento del limite di Pm10 per più di tre giorni consecutivi ma solo per le abitazioni che sono dotate di altre fonti di riscaldamento, come le caldaie a gas e di conseguenza potrebbero ricorre a queste ultime per scaldare gli ambienti e ciò varrebbe solo per i giorni dello sforamento”.
“Questa ipotesi l’attuale Amministrazione ha preferito superarla con l’utilizzo di incentivi che saranno in futuro addirittura rafforzati e quindi verrà stralciata dal Piano; è stata contemplata al solo fine di dare il via a una discussione tecnica in merito al tema delle emissioni domestiche in atmosfera” ha concluso il presidente.
Anche le 5 regioni del Bacino padano hanno seguito questo nuovo, più sensato e realistico approccio alla questione.
Emissioni inquinanti, le stelle di qualità e i divieti
I caminetti aperti non sono considerati impianti termici
I caminetti aperti non sono considerati impianti termici da riscaldamento, ma impianti da cottura o da compagnia o ludici di uso saltuario e pertanto non rientrano negli impianti termici che vanno accatastati nell’ufficio regionale e da inserire nel libretto degli impianti termici dell’abitazione.
E in molte province, il loro uso saltuario, è consentito.
Nel caso della visita/verifica dell’ispettore/verificatore provinciale o comunale, dovrebbe bastare la dichiarazione autocertificante che il caminetto aperto non viene usato sistematicamente per il riscaldamento ma solo saltuariamente per la cottura alla brace o per il girarrosto oppure per motivi ludici tipo il fine settimana in famiglia o il raduno di amici.
Ma sarebbe sempre cosa buona e ben fatta sentire l’ufficio ambiente comunale in merito.
Verificatori provinciali e comunali degli impianti termici
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