Il legno trasparente?

Cos’è il legno trasparente e a cosa serve

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Ridurre il consumo energetico nel settore dell’edilizia è ormai un must: il legno trasparente dimostra la sinergia tra bioedilizia e l’attenzione dei ricercatori ai fattori ambientali. Questo nuovo materiale si propone di sostituire plastica e vetro in situazioni specifiche, essendo materia prima per lo sviluppo di prodotti resistenti, leggeri e isolanti. Negli ultimi anni il legno trasparente è stato utilizzato anche come strumento per l’accumulo di energia, nell’elettronica flessibile e nelle applicazioni di imballaggio.

Al giorno d’oggi non ci sono particolari restrizioni sulle tipologie di legno da utilizzare per questa soluzione rivoluzionaria per il settore edile: si va dalla quercia alla balsa e non è nemmeno necessario tagliare la materia prima seguendo una direzione precisa.

Come viene prodotto il legno trasparente

Dagli anni Novanta diversi scienziati in varie parti del mondo hanno iniziato ricerche per arrivare ad ottenere il legno trasparente. Gli studiosi dell’Università del Maryland e dell’Università di Stoccolma hanno effettuato test di intervento sulla lignina, costituente principale del legno insieme alla cellulosa. Lo studio è stato eseguito su assi di legno e prevede i seguenti passaggi:le assi vengono spennellate con una soluzione di perossido di idrogeno al 30%;

  • in un secondo momento, sono esposte al sole per un’ora o ai raggi UV, diventando bianche;
  • vengono poi immerse per 5 ore in etanolo e successivamente in toluene;
  • sulle assi viene infine applicata una resina epossidica trasparente e resistente per colmare la superficie porosa del legno affinché potesse indurire le assi in analisi.

Il risultato è sorprendente: il legno cambia colore e diventa trasparente.

Può il legno trasparente sostituire il vetro o la plastica?

L’ONU sostiene che il mondo produca attualmente circa 400 milioni di tonnellate di rifiuti plastici all’anno, numero in crescita a causa del largo impiego di soluzioni usa e getta. La plastica viene preferita al meno inquinante vetro anche per la sua capacità di resistere agli urti, il che la rende più semplice da utilizzare nella vita di tutti i giorni. A differenza del vetro, però, il legno trasparente può fare passare il 90% della luce visibile, imponendosi come una valida alternativa: più leggero, più resistente alla rottura e con maggiori proprietà isolanti, il legno può essere utilizzato come materiale per le finestre, vetrate o intere pareti in vetro. Inoltre, non dovendo usufruire di alte temperature durante il processo di produzione e assemblaggio, la produzione di legno trasparente si dimostra essere una soluzione molto più sostenibile.

I possibili impieghi del legno trasparente

Il legno trasparente può essere considerato un’alternativa al vetro o alla plastica, materiali tipicamente utilizzati per i parabrezza delle auto, gli imballaggi e nel settore medicale, grazie alle sue proprietà rinnovabili e biodegradabili. Anche il design dei pannelli solari può beneficiare dell’avanzamento tecnologico dovuto al legno trasparente: utilizzato come materia prima, questa scoperta può rivoluzionare la tecnologia dell’energia solare fotovoltaica, raggiungendo livelli di maggiore efficienza nella generazione di energia.

La progettazione di strutture ed edifici urbani in grado di “catturare” la luce e trasmetterla all’interno significa anche incidere sulla domanda energetica, riducendo sensibilmente i consumi, i costi e l’impatto ambientale. Con questa visione, il legno trasparente si propone come valido materiale strutturale: potrebbe essere utilizzato per costituire il tetto di una casa che consenta alla luce di filtrare e che permetta la termoregolazione dell’abitazione.

Perossido di idrogeno

https://it.wikipedia.org/wiki/Perossido_di_idrogeno

Il perossido di idrogeno, noto anche come acqua ossigenata, è il più semplice dei perossidi. La sua formula chimica è H2O2. Fu sintetizzato per la prima volta nel 1818 da Louis Jacques Thénard. La sua molecola, i cui due legami O − H {\displaystyle {\ce {O-H}}} formano tra loro un angolo diedro di 111°, non è planare.

Etanolo

https://it.wikipedia.org/wiki/Etanolo

L’etanolo (o alcol etilico) è un alcol a catena alchilica lineare, la cui formula di struttura condensata è CH3CH2OH. È anche chiamato, per antonomasia, semplicemente alcol, essendo alla base di tutte le bevande alcoliche. In chimica, si può trovare anche abbreviato con la sigla EtOH.

Toluene

https://it.wikipedia.org/wiki/Toluene

Il toluene (noto anche come toluolo, nome IUPAC metilbenzene) è un liquido volatile ed incolore dall’odore caratteristico dei diluenti per vernici, con formula C7H8.

Il toluene è un idrocarburo aromatico; viene usato come solvente in sostituzione del più tossico benzene, cui somiglia sotto molti aspetti. È anche contenuto nella benzina.

Resina epossidica (usate in odontotecnica e nell’industria alimentare non sono tossiche)

https://it.wikipedia.org/wiki/Resina_epossidica

Le resine epossidiche sono polimeri termoindurenti con reazione a freddo. Il formulato è normalmente costituito da una resina base (componente A) e da un indurente (componente B), i quali, miscelati accuratamente nel rapporto d’uso indicato dal produttore, solidificano, dando origine ad uno strato vetrificato lucido.

 

 

 

Bio Resina: la Resina Epossidica Ecologica è Una scelta green e rinnovabile!

14 giugno 2021

 

https://www.resinpro.it/2021/06/14/bio-resina-resina-epossidica-ecologica/

 

In questo particolare momento storico in cui la tutela dell’ambiente sta acquisendo un’importanza fondamentale, è necessario uno sforzo da parte di tutti per salvaguardare la natura, prevenendo il nostro eco-sistema dall’inquinamento selvaggio.

 

La scelta di una linea BIO che stimoli la creatività proteggendo però, allo stesso tempo, il mondo in cui viviamo, è una scelta etica che ogni tipo di azienda, piccola, media o grande che sia, dovrebbe fare.

 

La commistione tra prodotto chimico come la resina epossidica e la tecnica del biologico è stata frutto di una lunga ricerca innovativa durata anni, una ricerca che ha portato ad un prodotto innovativo che vanta almeno il 40% di elementi biologici al suo interno.

 

Una resina ottima dal punto di vista qualitativo creata con derivati vegetali che non inficiano assolutamente sull’ambiente circostante e sulla salute dell’utilizzatore ma che, allo stesso tempo, preservano le caratteristiche delle normali resine epossidiche derivate totalmente da elementi non biologici.

 

Il prodotto in questione, creato ottenuto tramite la trasformazione di Biomasse, riducendo fortemente l’utilizzo di fonti petrolchimiche, dispone di tutti i certificati necessari alla catalogazione Bio e non differisce, per quanto riguarda l’applicazione, dagli altri prodotti.