La camera di raccolta dei depositi nella canna fumaria

La camera di raccolta dei depositi nella canna fumaria è un elemento utile, necessario e il più delle volte indispensabile e imprescindibile al buon funzionamento dello scarico dei fumi

 

È buona regola dell’arte con tradizione secolare che alla base della canna fumaria vi sia una camera di raccolta dei depositi secchi e/o liquidi (condense acquose e non vischiose come la pece/catrame/creosoto), munita di sportello d’ispezione a tenuta stagna e di scarico della condensa acquosa laddove l’impianto termico la produca (generalmente negli impianti termici a condensazione sia a gas che a gasolio che a pellet i cui camini o SEPC funzionano a umido).

La legna e la sua combustione non a condensazione, produce casomai “catrame vischioso” in taluni casi di cattiva combustione, ma mai condensa aquosa e quindi per queste canne fumarie non serve lo scarico della condensa e i camini o canne fumarie o SEPC funzionano a secco.

 


Qualcuno sostiene che la “camera di raccolta” non è obbligatoria, nel senso che non vi è una legge specifica che imponga di realizzarla e di applicare le norme tecniche che la prevedono e regolamentano.

Nel caso di impianti termici a gas regolamentati dalla norma tecnica UNI 7129 questa è obbligatoria perché la norma è resa tale da una Legge che recepisce e integra la norma UNI.

Nel caso invece degli impianti a biomassa regolamentati dalla norma tecnica UNI 10683 essa non è obbligatoria perché non vi è una legge specifica che la richiami e la renda tale, ma permane la buona regola dell’arte.

Ecco cosa dice la norma UNI 10683 del 2022 sugli impianti a combustibile solido

 

 

 

 

 

 

Ecco cosa dice la UNI 7129 per i combustibili gassosi

Le novità della UNI 7129:2015

https://www.caminiwierer.com/news/125/Le+novit%C3%A0+della+UNI+7129%3A2015.html

 

Il caso di impianti a camera stagna e a toraggio forzato

Canne fumarie collettive funzionanti in pressione positiva

 

Ma la novità di maggior impatto è la possibilità di evacuare i prodotti della combustione tramite canne fumarie collettive funzionanti in pressione positiva, dotate di dispositivi di non ritorno che impediscano ai prodotti della combustione di defluire attraverso gli apparecchi collegati e momentaneamente spenti. Le canne collettive in pressione possono essere utilizzate solo per apparecchi a condensazione di tipo C e devono essere progettate per avere una pressione massima interna non maggiore di 25 Pa in condizioni di normale funzionamento degli apparecchi, previste dalla UNI EN 13384-2. Esse devono inoltre:

 

avere classe di pressione non inferiore a P1 (se posizionate all’interno dell’edificio) e P2 (se posizionate all’esterno e non addossate ad esso);

avere andamento verticale (Sono ammessi non più di due cambiamenti di direzione con angolo non superiore a 45°);

avere diametro interno uguale per tutto lo sviluppo, con esclusione dei pezzi speciali indicati o forniti dal Fabbricante del sistema;

se interne al volume dell’edificio, essere installate all’interno di un’asola tecnica realizzata in materiale incombustibile e dimensionata come quella per i condotti per intubamento;

essere dotate alla base di un’apertura di ispezione;

avere al di sotto dell’allacciamento più basso una camera di raccolta di altezza pari a tre volte il diametro con un minimo di 500mm. L’accesso alla camera di raccolta deve essere garantito da un’apertura di ispezione munita di chiusura. Il sistema di chiusura e la camera di raccolta devono avere le stesse caratteristiche della canna fumaria. Se la canna collettiva è dotata di terminale che impedisca l’ingresso di corpi estranei e degli agenti atmosferici, la camera di raccolta può essere omessa o avere dimensioni inferiori;

essere dotate di un dispositivo di drenaggio delle condense che comunque ne garantisca la tenuta, per esempio mediante un apposito sifone collegato all’impianto di smaltimento dei reflui domestici. Lo smaltimento dei reflui deve essere conforme alla UNI7129-5.

 

Il numero massimo di apparecchi collegabili ad una canna collettiva in pressione positiva è definito:

 

o dal Fabbricante degli apparecchi, in ottemperanza alla specifica norma di prodotto EN15502-2-1, nel caso di canne collettive che costituiscono un sistema unico con gli apparecchi collegati (apparecchi di tipo C11);

o dal Progettista della canna fumaria (apparecchi di tipo C10). Il numero massimo di apparecchi allacciabili per ogni piano è di 2; in questo caso la distanza tra l’interasse di due allacciamenti consecutivi deve essere non minore di due diametri della canna collettiva.

 

 

 

Ecco cosa dicono le norme per impianti con potenza superiore ai 35 Kw

 

Progettare camini per impianti oltre i 35 Kw (tutti i combustibili)

Pistoia (PT) – 29 Gennaio 2015

Geom. Walter Marabelli

https://www.ordineingegneri.pistoia.it/wp-content/uploads/29-1-2015-Impianti-OVER-35-KW.pdf

 

 

Vademecum-impianti-di-riscaldamento-pt-35-kw-uni-8364

3 aprile 2020

https://www.certifico.com/impianti/documenti-impianti/337-documenti-impianti-riservati/9786-vademecum-impianti-di-riscaldamento-pt-35-kw-uni-8364-x

 

 

 

 


 

Questo esempio di impianto termico a legna, mostra alla base del tratto verticale del camino, una corretta camera di raccolta dei depositi di fuliggine ma un inutile e inopportuno scarico della condensa, in quanto questo tipo di impianto e di combustibile legnoso non produce condensa acquosa rimovibile attraverso uno scarico, ma caso mai produce una condensa semisolida e vischiosa tipo pece o catrame che non potrebbe mai fuoriuscire da alcun tubo di scarico perché si intaserebbe all’istante.

 

 

 

 

 

Condense della combustione a biomassa dette comunemente catrame, creosoto, pece

https://www.spazzacaminobert.eu/?page_id=1501

 


 

Sportelli alla base del camino e nel sottotetto

https://www.spazzacaminobert.eu/?page_id=433