UNI EN 15287-2:2008
Camini – Progettazione, installazione e messa in servizio dei camini – Parte 2: Camini per apparecchi a tenuta stagna
Data disponibilità: 04 settembre 2008
UNI EN 15287-1:2010
Camini – Progettazione, installazione e messa in servizio dei camini – Parte 1: Camini per apparecchi di riscaldamento a tenuta non stagna
Data disponibilità: 18 November 2010
Installazione di impianti fumari per apparecchi a biomassa legnosa
Nota per l’ANFUS:
La legna non è formata da lignite che è legna carbonizzata, ma da cellulosa, resine, olii e altro ma non lignite:
https://it.wikipedia.org/wiki/Lignite
La lignite è un carbone fossile originatosi da foreste del Mesozoico e del Terziario
Sicuramente intendevano la lignina
https://it.wikipedia.org/wiki/Lignina
La lignina è un pesante e complesso polimero organico costituito per lo più da composti fenolici[1]. Si trova principalmente nella parete cellulare di alcune cellule vegetali. Le lignine sono per quantità i secondi biopolimeri sintetizzati sulla Terra dopo la cellulosa. La biomassa formata da cellulose e lignine rappresenta circa il 70% della biomassa totale.
È composta da una struttura polimerica di unità fenilpropaniche. Quindi anche la lignina, al pari della cellulosa e delle emicellulose, è un polimero la cui molecola, molto complessa e a struttura tridimensionale, è formata da una sola unità, il fenilpropano, ripetuta numerosissime volte. Essa svolge in tutti i vegetali la funzione di legare e cementare tra loro le fibre per conferire ed la compattezza e la resistenza della pianta. È anche conosciuta come materiale incrostante, poiché ricopre le fibre. Pertanto i procedimenti di estrazione della cellulosa da un vegetale richiedono un attacco della lignina per disgregarne la molecola e allontanarne i frammenti mediante dissoluzione.
IL CAMINO COMPOSITO
UNI EN 15287
- Ma la realtà che incontriamo in cantiere fa riferimento ad un’altra normativa assolutamente sconosciuta
- Molto spesso troviamo installate canne in acciaio monoparete isolate con lana di vetro, molto spesso troppo vicine al materiale infiammabile, si capisce che la scelta del camino non era stata fatta per la sua destinazione ma per motivi di convenienza , di dimensione o di praticità.
- La normativa di riferimento a questo tipo di installazione sarebbe la UNI EN 15287 che fa riferimento a progettazione, installazione e messa in servizio dei camini per apparecchi di riscaldamento a tenuta non stagna
- Nell’allegato N ci sono le formule che ci permettono di calcolare la distanza a cui si deve tenere il materiale
infiammabile.
- Le immagini rappresentano invece alcune installazioni che hanno prodotto questi risultati.
Per essere a norma non dobbiamo superare la temperatura stabilita dalla UNI EN 1443 che cita testualmente:
- 6.3.3.2 Resistenza al fuoco dall’interno all’esterno derivante dalle normali condizioni di funzionamento
- La temperatura massima dei materiali combustibili adiacenti non deve essere maggiore di 85 °C quando correlata a una temperatura ambiente di 20 °C. …….
- 6.3.3.3 Resistenza al fuoco da interno a esterno a seguito di fuoco di fuliggine
- La temperatura massima dei materiali combustibili adiacenti non deve essere maggiore di 100 °C quando correlata a una temperatura ambiente di 20 °C quando sottoposta a prova a una temperatura di 1 000 °C per un periodo di 30 min. ….
- Torniamo alla nostra normativa la UNI EN 15287
- In particolare allegato N che ci permette di calcolare la distanza del materiale infiammabile.
L’allegato N della norma UNI EN 15287 permette di calcolare la temperatura che avranno i materiali infiammabili ad una certa distanza con interposto un …
https://italfum.it/wp-content/uploads/2018/01/italfum_aggiornamento_tecnico.pdf
In un camino composito invece, costituito da prodotti sovrapposti, la distanza deve essere calcolata secondo la norma UNI EN 15287-1/2 ed è sotto la piena …
https://www.energiadallegno.it/wp-content/uploads/AIEL-Guida-Camino-Lt.pdf
Qualora non si utilizzi prodotto certificato come sistema camino (es: UNI EN 13063, UNI EN 1856 ecc..) il calcolo della distanza da materiale combustibile secondo UNI EN 15287
https://arch.bz.it/smartedit/documents/download/kaminrichtlinie_it.pdf
Linee guida camino – spazzacamini di Bolzano
http://www.erlacher-peter.it/fileadmin/user_upload/Linee_Guida_Camino_APA_BZ_2013.pdf
Riferimenti normativi per la conformazione e il dimensionamento
Dimensionamento e realizzazione canna fumaria e camino
Articolo di Maurizio Cudicio
https://www.expoclima.net/dimensionamento-e-realizzazione-canna-fumaria-e-camino
Il sistema di evacuazione dei fumi derivanti dalla combustione della legna o dei suoi derivati è soggetto al DM 37/08 (ex legge 46/90) in quanto identificabile come un componente di un impianto termico.
Alla base del sistema di evacuazione dei fumi, come ben sappiamo, risiedono camino a canna fumaria, anch’essi parte integrante dell’impianto termico.
La norma UNI 1443 del 2005 definisce i requisiti generali dei camini e identifica i componenti principali del camino che sono:
Scarico condensa ed elemento per la raccolta della fuliggine da collocare nel punto più basso del camino;
Elemento di ispezione per il controllo interno del camino;
Elemento di allaccio tra camino e canale da fumo;
Condotto;
Comignolo.
Un camino può essere realizzato in differenti soluzioni costruttive, già solo per il fatto che deve adattarsi alla casistica del cantiere, come di seguito specificato.
Soluzioni costruttive camini
Sistema camino Camino installato utilizzando una combinazione di componenti compatibili come tubo interno, isolante e involucro esterno prodotti da un solo fabbricante e marcati CE secondo la specifica norma armonizzata, e la cui responsabilità di prodotto, con particolare specificità alla distanza da materiale combustibile, riguarda l’intero sistema camino e ricade sotto il fabbricante medesimo.
Camino composito Camino installato o costruito in sito utilizzando una combinazione di componenti compatibili, quali tubo interno, eventuale isolamento e involucro esterno, che possono essere forniti da produttori diversi o dallo stesso produttore.
La responsabilità dell’individuazione della prestazione di prodotto di tutto l’insieme degli elementi, con particolare attenzione alla distanza dai materiali combustibili, ricade sotto la responsabilità del tecnico che ha eseguito il calcolo secondo le norme UNI EN 15287-1:2010 e UNI EN 15287-2:2008.
Intubamento Riguarda la condizione nella quale il camino necessita di essere intubato attraverso l’uso di uno specifico condotto, in un cavedio esistente (anche se di nuova fabbricazione) di materiali non combustibili, libero e per uso esclusivo. Il condotto per intubamento deve essere specificatamente dichiarato idoneo e marcato CE, e deve essere libero di dilatare in modo naturale.
La normativa tecnica di riferimento per il calcolo corretto dei camini è la UNI EN 13384-1 del 2012, “Metodi di calcolo termico e fluido dinamico – Parte 1: Camini asserviti a un solo apparecchio”.
Il calcolo della dimensione interna (sezione trasversale) del camino si basa sul confronto tra la pressione in corrispondenza del punto di ingresso dei fumi nel camino e la pressione necessaria per avere un sufficiente tiraggio (funzione delle temperatura dei fumi) alle diverse condizioni ambientali (temperatura esterna minima e massima).
Ovviamente un corretto dimensionamento è alla base di un buon funzionamento del camino, ma non va dimenticato che è anche necessario provvedere a un’altrettanto corretta installazione della canna fumaria, al fine di non incorrere in problemi per la salute e la sicurezza degli occupanti o del fabbricato ospitante.
Le principali regole che una canna fumaria deve rispettare, affinché possa considerarsi costruita a regola d’arte, sono:
Essere utilizzata da un unico impianto: ogni stufa o camino dovrà avere la sua propria canna fumaria;
Avere dimensioni e altezza adeguate per garantire un corretto tiraggio;
Avere un andamento verticale e, ove questo non sia possibile, è necessario ridurre al minimo gli spostamenti e soprattutto gli stessi devono avere spostamenti dolci;
È assolutamente da evitare il cambio di sezione che può creare turbolenze dei fumi o perdite di carico eccesive;
La sezione circolare è da prediligere rispetto ad altre sezioni, per il fatto che viene facilitato al massimo lo scorrimento dei fumi. Nel caso in cui sia necessario adottare un camino a sezione quadrata o rettangolare, lo stesso dovrà avere spigoli arrotondati e rapporto tra i lati pari a 1,5;
Le pareti interne dovranno essere lisce e impermeabili, che eviteranno il deposito di incombusti e l’assorbimento della condensa;
Essere realizzato con materiali resistenti all’azione corrosiva degli acidi residui di combustione;
Garantire resistenza a temperature elevate, solitamente comprese tra i 300°C ed i 400°C;
Essere complete di coibentazione adeguata per garantire il mantenimento della temperatura dei fumi al fine di garantire un costante e corretto tiraggio;
Essere costruita con materiali adatti a resistere alle sollecitazioni meccaniche derivanti dalle dilatazioni termiche e dagli sbalzi di temperatura;
Essere dotata di un comignolo che consenta la fuoriuscita dei fumi con qualunque regime di venti, e impedisca la penetrazione di pioggia o neve.
Anche il canale da fumo, ossia il tratto di condotto fumario che collega il camino/stufa alla canna fumaria verticale, necessita di particolari attenzioni come di seguito specificato:
Avere lunghezza quanto più limitata. Nel caso in cui il canale da fumo abbia lunghezza superiore ai tre metri, o abbia percorso esterno al fabbricato, lo stesso dovrà essere coibentato per evitare eccessivi raffreddamenti dei fumi;
Avere sezione costante e, come nel caso della canna fumaria, essere possibilmente circolare;
Avere andamento ascendente con pendenza minima pari a 5%;
È necessario evitare curve con inclinazione inferiori ai 45°, se indispensabili;
Avere caratteristiche tecnico-costruttive uguali a quelle della canna fumaria verticale ed essere ispezionabile e scovolabile.
Non va dimenticato che canale da fumo e canna fumaria verticale devono essere manutenuti costantemente e da tecnici esperti e qualificati al fine di non incorrere nei sempre più frequenti incendi di cui si sente parlare e che sono generati da imperizie costruttive e manutentive.
Gli incendi si generano principalmente per i motivi riportati nella tabella seguente.
Principali cause d’incendio
Tipo di incendio Causa
Incendio fuliggine L’incendio nasce all’interno del camino, per combustione della fuliggine depositata sulla parete interna della canna fumaria.
Incendio per surriscaldamento L’incendio avviene all’esterno del camino a causa del surriscaldamento delle superfici a contatto con la canna fumaria.
Incendio da perdite Incendio causato dalla fuoriuscita di sostanze calde quali fumo, dalla canna fumaria a causa di trafilamento della stessa.
Nel caso in cui la canna fumaria prenda fuoco non si devono eseguire operazioni affrettate o avventante. In caso di incendio è necessario:
Non gettare acqua nel camino dall’alto perchè la differenza di temperatura tra l’acqua e le pareti arroventate del camino causerebbero la formazione di crepe che andrebbero ad accentuare il fenomeno. La pressione del vapore acqueo prodotto, inoltre, le può indebolire o distruggere;
Bagnare con poca acqua e lentamente la legna o il combustibile presente nel caminetto al fine di terminare la combustione in atto nell’apparecchio;
Chiudere l’eventuale valvola dell’aria di tiraggio del camino;
Allontanare mobili e altri oggetti dai muri attigui la canna fumaria.
In qualsiasi caso, devono essere rispettate le opportune distanze di sicurezza da materiali combustibili, quali travi di legno, isolamento delle strutture edilizie, tubi in plastica, mobili, divani, tende e qualsivoglia altra tipologia di materiale combustibile, perché il pericolo di innesco di incendio sussiste già a 130°C – 150°C.
Come progettare una canna fumaria per evitare il pericolo d’incendio
ARTICOLO 9/2016
17 giugno 2016
https://blog.apros.it/2016/06/17/come-progettare-canna-fumaria-per-evitare-pericolo-incendio/
Installare un sistema fumario secondo prescrizioni normative significa poter escludere ed evitare in futuro tutta una serie di problemi e danni, talvolta molto gravi. È necessario effettuare un’adeguata scelta di prodotti e materiali da utilizzare in funzione della tipologia dell’impianto asservito, ed è indispensabile osservare sempre le indicazioni del produttore.
Gli impianti devono essere installati a regola d’arte e per farlo è necessario rispettare le seguenti leggi e norme UNI:
Impianti a gas domestici: UNI 7129;
Impianti e apparecchi a biomassa: UNI 10683;
Centrali termiche, tutti i combustibili: Lgs n°152/06.
Gli impianti a gas devono essere sempre installati da ditte installatrici certificate secondo il DM 37/08, lettera E.
Gli impianti a gas fino a 35 kW devono essere installati secondo la UNI 7129 e devono sempre avere una dichiarazione di conformità che comprenda anche la canna fumaria.
Tutte le canne fumarie, nonché i sistemi fumari di cucine a gas, devono essere conformi alle specifiche norme di prodotto, alle norme UNI EN 1443 e, se metalliche, anche alla UNI TS 11278/2008.
L’impresa installatrice autorizzata, una volta completata l’installazione, applica la placca di identificazione della canna fumaria e rilascia al committente la Dichiarazione di Conformità con i suoi allegati obbligatori, tra i quali il libretto di uso e manutenzione predisposto dal fabbricante.
Ogni camino o canna fumaria di nuova costruzione deve essere corredato da un Certificato marcato CE riportante, oltre ai dati del costruttore e dell’installatore, le caratteristiche tecniche (designazione di prodotto) e se si tratta di “camino composito” o di “sistema camino”.
La costruzione di canne fumarie, in modo particolare per caminetti, stufe a pellet, caldaie a biomassa, etc., utilizzando più componenti singoli marcati CE (esempio: canne in acciaio monoparete + lana roccia + cavedio esterno in vari materiali) richiede, alla fine dell’installazione, al momento dell’apposizione della placca identificativa, l’apporto di un tecnico che stabilisca le caratteristiche del prodotto ottenuto dall’assemblaggio dei vari componenti e, in particolare, definisca la temperatura di funzionamento, la distanza dei materiali combustibili, ecc. Questo permetterà, a eventuali successive imprese, in caso di sostituzione dell’apparecchio termico, di sapere se la canna fumaria sarà compatibile con il nuovo apparecchio.
Come evitare il pericolo di incendio
Per evitare il pericolo di incendio è necessario rispettare la distanza di sicurezza dai materiali combustibili. L’installatore di prodotti designati e marcati secondo la UNI EN 1856-2 deve definire la distanza dai materiali combustibili secondo una delle seguenti modalità:
– Calcolare la distanza dei materiali combustibili secondo la UNI EN 15287-1, a eccezione dei canali da fumo per i quali la distanza dai materiali combustibili si trova indicata sul certificato rilasciato dal produttore del camino stesso;
– Rispettare le distanze minime di sicurezza indicate nelle norme di installazione (per esempio UNI 7129, UNI 10683, UNI 10845).
Se la distanza di sicurezza non è indicata né dalla designazione CE, né dal Benestare Tecnico Europeo “ETA” del produttore del camino, e nemmeno dal posatore secondo il calcolo della UNI EN 15287, occorre considerare una distanza minima di 500 mm per tutti i tipi di combustibile.
Inoltre, nel caso di prodotti isolati in opera, è necessario definire la resistenza termica (per esempio secondo il metodo di calcolo della UNI EN 15287-1).
L’impiego di una canna fumaria in un generatore alimentato con combustibili solidi deve prevedere la possibilità che si verifichino incendi di fuliggine all’interno del camino. Le alte temperature sollecitano fortemente il condotto dei fumi, con notevoli dilatazioni sia radiali che longitudinali che, se non previste, possono provocare danni seri.
Così, per i sistemi di evacuazione fumi asserviti ad apparecchi alimentati con combustibili solidi, è richiesta la resistenza al fuoco di fuliggine e quindi la designazione G, seguita dalla distanza dai materiali combustibili espressa in millimetri.
Esempio di designazione di un sistema camino in acciaio inox: UNI EN 1856/1 T400 N1 W V2 L50040 G50, dove G50 = resistenza al fuoco di fuliggine, distanza da materiali combustibili = 50 mm.
La norma EN 1856-1 prevede una prova di shock termico nella quale il camino di prova viene sottoposto a un flusso di prodotti della combustione di uno speciale bruciatore con temperatura di 1000°C per un tempo pari a 30 minuti; la massima temperatura superficiale dei materiali combustibili posti vicino al camino di prova alla distanza dichiarata dal costruttore non deve superare i 100°C, riferita ad una temperatura ambientale di 20°C.
Naturalmente, anche quando l’impianto è installato correttamente e con i materiali prescritti dalle norme, i pericoli maggiori di incendio provengono da situazioni particolari, ad esempio un eccessivo carico di combustibile inserito nel caminetto oppure, nel caso di un incendio interno della fuliggine, perdite della canna fumaria (gas caldi oppure scintille) e l’eccessiva ventilazione che favorisce la propagazione dell’incendio.
Riassumendo, per evitare il rischio di incendio bisogna tenere in considerazione che:
La distanza di sicurezza da materiali combustibili (travi di legno, tubi di plastica, isolamento dei muri, mobili, divani, tende ecc.) deve essere sempre rispettata, indipendentemente dal combustibile, perché il pericolo sussiste già a 130°C;
I sistemi per l’evacuazione dei prodotti della combustione, specialmente nel caso di combustibili solidi, devono smaltire fumo a temperature alte (300°C);
I depositi carboniosi sulle pareti si possono incendiare sviluppando temperature superiori ai 1000°C.
Da non trascurare, inoltre, sono l’adeguata pulizia e la periodica manutenzione del canale da fumo: annua per i combustibili gassosi, semestrale, trimestrale e in alcuni casi addirittura mensile per il combustibile liquido e solido (consigliata dopo aver consumato 35/40 quintali di legna).
Periodicità della manutenzione della canna fumaria
La periodicità della manutenzione va svolta:
Come indicato dai produttori del generatore e del sistema fumario;
Come stabilito dalla legislazione vigente (D. Lgs. 311, UNI 8364, UNI 10863).
Un ulteriore fattore da considerare è la tenuta dei fumi della canna fumaria, come indicato nelle diverse norme (UNI EN 1443, UNI EN 10856, UNI 10683, UNI 7129, D. Lgs n°152/06 ecc.). Per la verifica l’installatore esegue una prova di tenuta secondo la procedura della norma UNI 10845; il risultato va poi riportato nella dichiarazione di conformità e, nel caso del gas, riportato anche nell’apposito modulo della delibera 40.
Gli errori esecutivi del camino che possono causare un incendio sono:
Camino con Classe di temperatura inferiore alla temperatura nominale effettiva dei fumi (es.: camino con T160, adatto per caldaie a gas, usato invece per stufa a legna, con temperatura dei fumi ben maggiore);
Camino con presenza di materiali combustibili (travi di legno, assi, moquette, ecc.) a distanza inferiore di quella stabilita;
Camino non “denominato” per incendio fuliggine, utilizzato per combustibile solido;
Camino assemblato non a regola d’arte, può originare punti caldi (temperatura superficiale esterna superiore rispetto a quella determinata dalle prove);
Impianto termico e camino, dimensionati in modo errato.
Per quanto concerne l’evacuazione dei prodotti della combustione negli impianti esistenti alimentati a gas, è necessaria la verifica della funzionalità, la verifica di idoneità e adeguamento, risanamento e ristrutturazione, come prescritto dalla norma UNI 10845/2000.
Gli impianti domestici preesistenti al 13 Marzo 1990 sono regolati dalla norma UNI 10738/2012, che consente agli operatori del settore di valutare lo stato di sicurezza degli impianti alimentati a gas esistenti indipendentemente dall’anno di costruzione, ovvero senza tenere conto della norma in vigore all’epoca della realizzazione dell’impianto stesso. Viene effettuata la verifica dell’efficienza dei sistemi di scarico dei prodotti della combustione, la verifica della ventilazione e dell’aerazione.
Installazione di impianti fumari per apparecchi a biomassa legnosa
Intubare non è cosa semplice, facile e spesso è rischiosa se non si conoscono le cose, i problemi e le norme e non sempre è possibile
Intubaggi per impianti a legna mal fatti e rischiosi
Non sono state osservate le distanze minime dai materiali infiammabili e vi è carenza di isolamento termico.
Anche l’intubaggio di questo camino presenta dei problemi e dei rischi
Il rischio non è dovuto alla vicinanza strutturale di materiali infiammabili (come nel caso soprastante) ma alla possibile e casuale presenza di materiali infiammabili a ridosso delle pareti esterne del vano tecnico come mobili, scatole di cartone, battiscopa in legno o plastica, porta panni, …
Bisognerebbe costruire a ridosso e distanziata una contro parete isolata ma nel caso specifico essendo il vano tecnico inserito in un muro perimetrale divisorio tra due abitazioni non è possibile imporre la costruzione della controparete al proprietario dell’altra abitazione
Vecchio camino in blocchi di virbrocemento, la fuliggine interna si è incendita, poco sarebbe cambiato se al suo interno vi fosse stato un tubo di acciaio, l’elevata temperatura dell’incendio della fuliggine interna al tubo sarebbe passata attraverso le pareti della controcanna innescando l’incendio dei materiali infiammabili come l’orditura lignea del tetto
Incendio canna fumaria in regione Tzamberlet ad Aosta
I vigili del fuoco sono intervenuti poco dopo mezzogiorno per una segnalazione di incendio canna fumaria in regione Tzamberlet nel comune di Aosta.
Sul posto é arrivata una squadra di 6 unità con un’autopompaserbatoio e l’autoscala.
Dopo aver verificato che l’incendio non si stesse propagando anche al tetto si è proceduto con l’abbassamento delle temperature della canna fumaria e con la successiva bonifica. L’intervento é durato circa 1 ora e mezza.
Canne fumarie i consigli dei Vigili del Fuoco Antenna 2
https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=Qi0bUNEVU20
Si consideri poi che l’incendio della fuliggine all’interno del camino in acciaio intubato e la conseguente alta temperatura che si sviluppa, potrebbe fratturare la controcanna in cotto o in vibrocemento trasformata in vano tecnico, nonché fratturare e distaccare l’intonaco che la ricopre e anche eventuali piastrelle in ceramica che spesso si trovano nei muri dei bagni e delle cucine.
Come costruire camini e canne fumarie sicuri e a norma di legge
https://azcamini.it/prevenzione-e-sicurezza/
Il monossido di carbonio non ha odore né colore e l’intossicazione è spesso letale, uccidendo un uomo adulto in un ambiente saturo in meno di 10 minuti. In Italia i decessi per questo tipo di intossicazione sono incredibilmente alti considerando quanto possa essere semplice controllare lo stato del gas negli ambienti e le soluzioni per risolvere e sanare i difetti degli impianti.
Il periodo che favorisce di più questo tipo di rischio è sicuramente l’inverno, quando il riscaldamento acceso per lunghi periodi e la ritrosia ad aprire finestre, rende minimo il ricambio dell’aria negli ambienti. Considerando che i nuovi tipi di infissi offrono massimi livelli di isolamento e tenuta diventa molto importante controllare e manutenere gli strumenti che bruciano gas e l’impianto fumario in particolare caldaie, camini, stufe a legna o pellet.
Rispettare le norme di sicurezza nella realizzazione di nuovi sistemi fumari
La regolamentazione del settore della fumisteria, articolata su un complesso di norme armonizzate comuni ai paesi europei che deriva anche dall’evoluzione tecnica dei moderni apparecchi generatori di calore, ha riconosciuto all’impianto fumario la sua importanza, per cui da generica opera edile è stata meritatamente identificata come opera impiantistica vera e propria per la cui realizzazione sono ammessi solo ed esclusivamente materiali da costruzione previsti dal DPR 246/03, decreto di recepimento della Direttiva europea Prodotti da Costruzione (CPD – 89/106/CEE, ora sostituita ed abrogata con l’entrata in vigore del Regolamento UE 305/2011), nonché specifici requisiti professionali da parte degli installatori come disposto dal D.M. 37/08 (ex legge 46/90) e dal D.M. 28/11 (quest’ultimo limitatamente alle fonti di energia rinnovabile FER).
In particolare per gli impianti alimentati da combustibile solido, tra cui legna e pellet, il camino deve essere predisposto e debitamente certificato per la bruciatura controllata delle fuliggini, nonché adeguatamente distanziato da materiali infiammabili.
La diffusa inosservanza delle regole basilari contenute nelle Norme e nelle disposizioni legislative implica che ogni anno, in Italia, si registrano circa 180 decessi per intossicazione da monossido di carbonio e circa 10.000 incendi di abitazioni, le cui conseguenze dirette sono costi sociali notevoli e potenziali pericoli per l’utenza.
Indipendentemente dal fatto che possa trattarsi di un camino ex novo o di una reintubazione, le regole basilari per i sistemi fumari di nuova realizzazione sono le seguenti:
- ogni apparecchio deve essere collegato ad un sistema di evacuazione fumi idoneo ad assicurare una adeguata dispersione in atmosfera dei prodotti della combustione;
- i componenti dei sistemi per l’evacuazione dei prodotti della combustione devono essere dichiarati idonei alle specifiche condizioni di funzionamento e provvisti di marcatura CE;
- tutti i componenti, compresi i cavedi, devono essere realizzati con materiali avente classe di reazione al fuoco A1;
- Il camino deve funzionare in pressione negativa, salvo i casi previsti da UNI 7129/15, avere sezione interna di forma preferibilmente circolare ed essere adibiti ad uso esclusivo dell’evacuazione dei fumi;
- i camini devono avere un andamento prevalentemente verticale ed essere privi di restringimenti per tutta la loro lunghezza, avere non più di due cambiamenti di direzione con un angolo d’inclinazione di 45° ed essere dotati, nel caso di funzionamento ad umido, di un dispositivo per il drenaggio dei reflui alla base.
- alla sommità il nuovo sistema fumario/camino/canna fumaria può essere protetto con un comignolo che impedisca la penetrazione degli agenti atmosferici.
Nel caso in cui ne sia sprovvisto, il condotto deve essere di classe di resistenza alla condensa W ed avere alla base un dispositivo di raccolta e smaltimento dell’eventuale acqua piovana;
- la raccolta dei materiali solidi e di eventuali condense deve essere garantita in una camera di raccolta posta inferiormente all’imbocco del camino.
- il dimensionamento del camino in assenza di indicazioni del costruttore va eseguito secondo la UNI EN 13384/1 durante la fase progettuale.
Specie per impianti domestici aventi potenzialità inferiore a 35 kW è necessario anzitutto effettuare una verifica preventiva della idoneità del/i locale/i di installazione, realizzando all’occorrenza le aperture di ventilazione e l’eventuale collegamento dell’apparecchio alle prese d’aria esterne.
Successivamente è possibile realizzare il nuovo sistema evacuazione fumi e collegarlo all’apparecchio, effettuando gli eventuali collegamenti elettrici ed idraulici e le finiture necessarie.
Nel caso invece di risanamento/riqualificazione/intubamento di un sistema fumario esistente l’’installazione deve essere preceduta da un controllo di compatibilità tra l’apparecchio ed il sistema di evacuazione fumi che si intende installare attraverso la verifica di:
- documenti a corredo del camino/sistema fumario esistente (da risanare/reintubare), ivi compre la targa fumi/placca camino;
- esistenza e idoneità del comignolo.
- altezza e sviluppo prevalentemente verticale del camino/asola tecnica esistente;
- assenza di ostruzioni lungo tutto il camino/asola tecnica esistente;.
- tipo e materiale del camino/asola tecnica esistente;.
- assenza di altri allacciamenti al camino/asola tecnica esistente;.
- distanza della parete esterna del camino/asola tecnica esistente e del canale da fumo dai materiali combustibili limitrofi.
In particolare per i sistemi intubati sussistono prescrizioni aggiuntive, tra cui:
- nella realizzazione di un sistema intubato devono essere seguite le prescrizioni per l’installazione ed il corretto utilizzo nonché le indicazioni relative alle eventuali operazioni di manutenzione ordinaria fornite dal fabbricante dei condotti, dei componenti e accessori per l’intubamento;
- il sistema intubato deve essere adibito ad uso esclusivo dell’evacuazione dei prodotti della combustione. Anche l’eventuale intercapedine tra il condotto intubato e la parete interna del vano tecnico o camino deve essere ad uso esclusivo del sistema;
- il sistema intubato deve consentire le previste operazioni di pulizia e di manutenzione dei/l condotti/o;
- per realizzare un sistema intubato è possibile utilizzare condotti metallici flessibili ad anima interna liscia ma solo se avente designazione UNI EN 1856 che riportino le omologazioni T400 (o superiore) – G;
- il sistema può essere protetto con un comignolo che impedisca la penetrazione degli agenti atmosferici. Nel caso in cui ne sia sprovvisto, il condotto deve essere di classe di resistenza alla condensa W secondo la UNI EN 1443 ed avere, in prossimità della base, un dispositivo di raccolta e smaltimento dell’eventuale acqua piovana e/o neve;
- il sistema deve evitare la penetrazione dell’acqua piovana e/o neve nell’apparecchio;
- il sistema deve essere considerato nel suo complesso, al fine della valutazione della resistenza termica di parete e del calcolo della distanza da materiale combustibile;
- il sistema deve permettere le normali dilatazioni termiche senza compromettere i suoi requisiti tecnici;
- devono essere adottati opportuni accorgimenti affinché, lungo lo sviluppo dei condotti, venga evitato il ristagno delle eventuali condense;
- Nel caso in cui, per l’adduzione di aria comburente agli apparecchi raccordati al sistema, sia prevista la realizzazione di un’intercapedine tra il condotto di evacuazione dei prodotti della combustione e il camino/vano tecnico dell’edificio, tale intercapedine deve essere aperta alla sommità ed adeguatamente dimensionata per il corretto apporto di aria comburente, per evitare la formazione di condense e per evitare il ritorno dei fumi nell’aria comburente;
- I giunti dei condotti e i distanziatori utilizzati per il fissaggio o la centratura
del condotto all’interno del camino/vano tecnico esistente dell’edificio non devono diminuire in nessun punto la sezione dell’intercapedine minima di ventilazione di oltre il 10%;
- nel caso di inserimento nello stesso camino/vano tecnico esistente dell’edificio di condotti per intubamento, che in condizioni di funzionamento a regime presentino valori di pressione statica aventi segno diverso, devono essere adottate soluzioni che consentano la corretta evacuazione dei prodotti della combustione allo sbocco in atmosfera senza mutue interferenze;
- E’ ammesso far transitare condotti al servizio di apparecchi per i quali e’ richiesta la resistenza al fuoco da fuliggine (G) a fianco di condotti classificati come non resistenti (O) purché sia rispettata la distanza di sicurezza del prodotto designato G tra i due condotti;
- non e’ ammesso l’intubamento multiplo in presenza di condotti in materiale non classificato A1 (ex classe 0 );
- La distanza minima tra le pareti esterne dei condotti, compreso eventuale rivestimento isolante, non deve essere inferiore a 2 cm.
Sia durante le realizzazioni ex-novo, sia durante i risanamenti/riqualificazioni/ritubazioni di canne fumarie preesistenti l’installatore deve porre molta attenzione nell’attraversamento di strutture costituite da materiali combustibili, come tetti, solai, pareti, ecc… al fine di evitare il pericolo d’incendio.
La regola generale, specie nel caso di camini con parete esterna metallica, è quella di evitare sempre il contatto o l’eccessiva prossimità tra la superficie combustibile e la parete metallica esterna del camino stesso.
La canna fumaria/camino/condotto/canale da fumo deve essere posta ad una distanza dai materiali combustibili o infiammabili non minore di quella richiesta dal produttore e riportata nella designazione UNI EN 1443/ EN 1856 (nel caso di camini sistema).
Esempi di distanze minime da mantenere nell’attraversamento di strutture lignee secondo UNI 10683/12
Salvo il caso in cui si ricorra a camini sistema designati G00, l’attraversamento di tetti, solai o pareti combustibili deve essere sempre realizzato in modo che la superficie esterna del camino sia distaccata dalla struttura edile, mentre lo spazio circostante può essere lasciato libero e ventilato oppure riempito con apposito elemento di attraversamento (dichiarato idoneo a questo scopo dal fabbricante).
Nel caso invece di camini compositi l’installatore deve sempre rispettare la distanza di sicurezza da materiali combustibili calcolata da lui stesso o dal progettista secondo EN 15287, avendo poi cura di riportarla sulla targa fumi/placca camino in modo che ogni soggetto terzo (ad esempio falegname, arredatore, conciatetti ecc…) sia informato che è necessario osservare tale distanza.
Esempi di attraversamento strutture infiammabili
Esempi di distanze di sicurezza da mantenere nell’attraversamento di strutture infiammabili
Quota di sbocco dei prodotti della combustione
La parte terminale del camino (detta comunemente “torrino” o “terminale”) è la parte emergente dal tetto/copertura e rappresenta lo sbocco in atmosfera dei fumi convogliati dal camino.
Occorre prestare una particolare attenzione per determinare le altezze/quote di sbocco, le distanze da ostacoli e la zona di reflusso.
La quota di sbocco di camini/canne fumarie si determina misurando l’altezza minima che intercorre tra il manto di copertura e il punto inferiore della sezione di uscita dei fumi in atmosfera.
Quote di sbocco secondo UNI 10683
Tale quota deve essere al di fuori della zona di reflusso e a distanza adeguata da ostacoli che impediscano o rendano difficoltosa l’evacuazione dei prodotti della combustione o da aperture o zone accessibili.
La quota di sbocco può essere calcolata secondo la figura e il prospetto sopra riportato, tenendo conto che in prossimità del colmo si considera la minore tra le due.
Eventuali comignoli antivento alla sommità del torrino sono consigliati per camini abbinati ad apparecchi atmosferici a gas ovvero a combustibile solido, e devono essere sempre certificati con il sistema camino che corredano.
Alla sommità dei camini/canne fumarie/condotti intubati sono vietati sistemi o dispositivi di aspirazione che ostacolino la fuoriuscita dei fumi e/o riducano la sezione libera del camino ovvero che interferiscano con il tiraggio di progetto del camino stesso.
Tuttavia è consentito, per sistemi asserviti ad apparecchi a tiraggio naturale, l’utilizzo di tali dispositivi purché questi siano dichiarati idonei dal fabbricante e nel caso di mancato funzionamento impediscano l’afflusso del gas agli apparecchi collegati ai camini/canne fumarie stesse e se gli stessi dispositivi siano dotati di sistemi di sicurezza acustici e visivi in caso di malfunzionamento.
Il torrino dovrebbe sempre terminare con un apposito giunto predisposto per assorbire le dilatazioni termiche verticali del camino, che a temperature di 600°C sono di circa 10 mm per ogni metro di camino verticale.
Esempio di dilatazione termica
I
l terminale/torrino può in alcuni casi eventualmente essere conformato “a tettuccio” oppure “alla ligure”.
In ambedue i casi dovrebbe essere antivento/anti intemperie e garantire il deflusso dei fumi in ogni condizione.
La struttura del tettuccio o delle ardesie di coronamento (nel caso dl comignolo “alla ligure” dovrebbe avere una sporgenza compresa tra 50 e 100 mm rispetto al terminale, mentre l’apertura totale deve essere almeno il doppio della sezione del condotto interno del camino.
L’acqua piovana dovrebbe essere scaricata non in modo concentrato ma uniforme.
È da tenere in debita considerazione che la realizzazione di tali tipologie di terminali non deve compromettere in alcun modo la funzionalità, la stabilità e la resistenza al fuoco di camini funzionanti “a secco”, per cui la loro realizzazione è subordinata al parere preventivo del soggetto competente (spazzacamino abilitato e/o installatore abilitato).
Inoltre queste elementi edilizi, essendo a diretto contatto con le intemperie possono favorire fenomeni di condensazione dei fumi, per cui è consigliabile prevedere la protezione termica del tronco terminale retroventilando la struttura con apposito rivestimento.