Aerazione e ventilazione

Aerazione e ventilazione inesistenti o insufficenti nei locali ove è istallato il generatore di calore a gas, gasolio, carbone, legna

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La ventilazione è importante per garantire l’ossigeno comburente alla combustione del gas e della legna, per ridurre al minimo il CO2 o monossido di carbonio; per ridurre la formazione del catrame nel fuoco di legna e per garantire un buon tiraggio.

L’aerazione è importante per mantenere più pulita l’aria dei locali che contengono i generatori di calore a gas o a legna (a camera aperta e funzionanti a tiraggio naturale), per renderla meno tossica in caso di ritorno o di perdite di fumi dal generatore o dal camino e per evitare intossicazioni o saturazioni di gas con rischio di esplosione nel caso di perdite di gas dalle tubature o dal generatore (anche per i locali contenenti generatori di calore a camera stagna e a tiraggio forzato funzionanti a gas).

 

Le cause d’incendio e/o di esplosione nelle caldaie e generatori di calore in ambienti domestici

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Anno 2008

http://www.teknologieimpianti.it/site/files/50)%207129%202%202008%20Installazione%20e%20ventilazione%202(1).pdf

http://www.nextville.it/Camini_e_canne_fumarie/980/Requisiti_di_ventilazione_e_aerazione

Anno 2015

http://www.mo.cna.it/wp-content/uploads/2016/02/2016fe25_slide_8_Pillole_7129-15.pdf

Griglie protettive per fori di areazione-ventilazione

http://redi.it/wp-content/uploads/2016/01/22-griglie-ventilazione-aspiratori-redi2016.pdf

 

http://www.firstcorporation.it/catalog/laventilazione-it/index.html#5

 

Dal libro Fuoco Amico

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Correlazione tra asma dei bambini e utilizzo di cucine a gas?

30 settembre 2014

Secondo uno studio del College of Public Health and Human Sciences dell’Oregon State University (Osu) le famiglie con figli dovrebbero ventilare l’ambiente quando cucinano con una cucina a gas: lo studio infatti dimostra un collegamento tra le cucine a gas ed i sintomi di asma e bronchite cronica .

 

Caso di intossicazione per mancanza di ventilazione:

Dal verbale dei Vigili del Fuoco risulta

che mancavano le prese d’aria in cucina/sala da pranzo e la dichiarazione di conformità dell’impianto termico a gas metano; inoltre anche se non specificato nel verbale,  né i Vigili del Fuoco né gli abitanti della casa hanno rilevato odore di fumo al momento dell’intossicazione

 

 

 

Le possibili fonti di emissione di monossido di carbonio erano:

  1. a) il fornello a gas in cucina che però quel giorno era spento (stando alle dichiarazioni della famiglia),
  2. b) il focolare a legna che era acceso ma che però non ha riversato fumi e
  3. c) la caldaia a gas metano tipo B a tiraggio naturale e a camera aperta, posta nel locale caldaia, munito di una presa d’aria che però non si sa se fosse tappata, con la grave irregolarità, vietata, della presenza di una doccia.

 

 

Scartata la fonte del fornello a gas in cucina che era spento e scartata la fonte del focolare a legna in quanto generalmente (a parte poche eccezioni) le dispersioni di CO  dalla combustione legnosa sono sempre accompagnate da fumo visibile o se in piccole quantità in ogni caso sempre odorabile (considerando anche che il camino era completamente libero da ostruzioni anche se sporco) odorosità da fumo nell’ambiente che nessuno ha rilevato e segnalato quel giorno;

 

 

 

 

 

pertanto non resta come possibile sorgente di CO che la fonte della caldaia a gas metano posta nel locale caldaia;

 

 

e considerando la mancanza delle prese d’aria in cucina e la contiguità dei locali con le rispettive porte aperte si può ben ipotizzare come il focolare a legna abbia messo in depressione l’intero piano rialzato della casa richiamando aria dalla canna fumaria della caldaia a gas a cui si sono mescolati i fumi della combustione della stessa che attratti verso il basso hanno impoverito la combustione dell’ossigeno necessario incrementando ulteriormente la produzione di monossido di carbonio.

 

 

 

 

 

Si fa presente che la caldaia era munità di sensore di sicurezza per la rilevazione del ritorno dei fumi, posizionato, come prescritto, nel lato anteriore del rompitiraggio sopra la caldaia, che quel giorno o non ha funzionato oppure non è servito in quanto i fumi si sono riversati fuori della caldaia aldisotto dello scambiatore di calore o appena sopra e completamente al di sotto del sensore che perciò non ha potuto sentirli e spegnere automaticamente la caldaia.

 

 

 

 

 

La ventilazione nelle cucine dei ristoranti

 

Piano cottura e sorveglianza di fiamma – Nuove disposizione UNI 7129:2015

http://osservatorio.energia.provincia.tn.it/apeoe/node/1334

Come la precedente versione del 2008, la nuova norma UNi7129:2015 afferma che per i piani di cottura non è consentita l’installazione di apparecchi privi del dispositivo di sorveglianza di fiamma nei seguenti casi:

impianti nuovi;

installazione di apparecchi in impianti esistenti;

sostituzione di apparecchi;

trasformazione o rifacimento di impianti.

Si ricorda che la sorveglianza di fiamma (detta anche termocoppia) è quel dispositivo che interrompe l’erogazione del gas in mancanza di fiamma, quando ad esempio la fiamma si sia spenta accidentalmente oppure quando inavvertitamente si vada ad aprire il gas senza procedere con la contestuale accensione.

Esistono 4 differenti sistemi di aerazione dei locali di installazione dei piani di cottura:

cappa a tiraggio naturale;

cappa aspirante elettrica;

elettroventilatore;

aerazione di tipo diretto.

La nuova versione della norma UNi7129 ha elevato a 15kW (e non più 11,7kW come prescritto dalla precendente versione) la soglia di potenza oltre la quale non è più consentito aerare il locale tramite aerazione di tipo diretto. Tuttavia la norma prescrive anche per piani cottura oltre i 15kW di aerare il locale esclusivamente tramite cappa aspirante elettrica (dove prima era possibile aerare anche tramite cappa naturale o elettroventilatore).

I piani cottura domestici solitamente sono sotto la soglia dei 15kW e quindi dovrebbe sempre essere possibile aerare il locale tramite aerazione di tipo diretto, tuttavia il miglior sistema di aerazione rimane senza dubbio la cappa aspirante elettrica che, sempre secondo la nuova versione della norma, deve avere una portata d’aria almeno pari a 2mc/ora per ogni kW di potenza installata (e non più 1,72 mc/ora come prescritto dalla precedente UNi7129:2008). Ad esempio una cappa aspirante elettrica, a servizio di un piano cottura di potenza pari a 10kW, deve avere una portata d’aria minima di 20mc/ora.

Si ricorda che l’aerazione di tipo diretto prevede un’apertura in prossimità del soffitto ad almeno 1,80mt dal pavimento di sezione minima pari a 100cmq (diametro foro 12cm) e un’apertura in basso di ventilazione con filo inferiore a massimo 30cm dal pavimento di sezione minima pari a 100cmq.


 

La nuova UNI 7129 sull’aerazione-ventilazione

UNI-CIG 7129 (1972-1992-2001-2008-2015/17) impianti termici a gas e UNI 7131:1999 “Impianti a GPL”.

https://www.spazzacaminobert.eu/?page_id=962

 

 

 

 

 

 

 

Norma UNI 7129, parte 2 – Installazione degli apparecchi di utilizzazione, ventilazione, e areazione dei locali di installazione

Norma UNI 7129-2015

La seconda parte della norma vede l’introduzione di variazioni importanti, infatti contiene molte prescrizioni e novità in merito agli apparecchi.

Si riportano di seguito i punti salienti:

Si permette il riuso di apparecchi già installati in precedenza, a condizione che vengano “rimessi a nuovo”; per un ulteriore approfondimento su questo punto è necessario leggere la voce “fabbricante” nella norma UNI 7128:2015;

È consentita l’installazione di apparecchi all’interno di locali non presidiati, ad esempio cantine o sottotetti, solo nel caso in cui i suddetti locali siano provvisti di adeguata aerazione e, laddove necessario, ventilati; questo comporta che il requisito di “aerabilità” non sia sufficiente;

Non è consentita l’installazione di apparecchi alimentati con gas aventi densità relativa maggiore di 0,8 (GPL) in locali comunicanti con locali sottostanti aventi il pavimento a livello inferiore del piano di campagna, a meno che non si mettano in atto tutta una serie di accorgimenti, vale a dire:

Aerazione del locale di installazione;

Deve esserci un rialzo pari ad almeno 15 cm tra la soglia del locale in cui è installato l’apparecchio e gli altri locali rispetto al bordo inferiore del foro di aerazione;

Il foro di aerazione deve consentire l’evacuazione di eventuali fuoriuscite di gas verso l’ambiente esterno;

Davanti al foro di aerazione, verso l’esterno (entro 1,5 m), non devono essere presenti ostacoli (es. muri) oppure aperture (fori di ventilazione), caditoie, griglie o finestre;

Si permette l’installazione di apparecchi alimentati a GPL entro locali il cui pavimento sia almeno parzialmente sopra il livello del piano di campagna;

Si chiariscono la possibilità e le limitazioni di utilizzo di locali di uso comune per l’installazione di apparecchi, sia ad uso singolo, che comune. In particolare, si possono installare apparecchi solo in vani tecnici conformi alla normativa, qualora siano accessibili al solo utente utilizzatore e di pertinenza della singola unità, avendo fori/ventilazione verso l’ambiente esterno; per quanto riguarda l’uso condominiale, invece, i suddetti apparecchi possono essere installati in locali ad uso comune (ad es. cantine o sottotetti), sotto condizione che tali vani siano accessibili solo al responsabile dell’impianto;

Si vieta l’installazione di apparecchi di tipo B in locali uso bagno e gabinetti (vedi relative definizioni nella UNI 7128:2015); nei gabinetti si permette la sostituzione di apparecchi già installati collegati a CCR, qualora non sia possibile la sostituzione con un apparecchio di tipo C collegato ad un nuovo sistema di evacuazione fumi oppure con scarico a parete (l’apertura di ventilazione deve essere aumentata del 50%, con un minimo di 200 cm2); non si fa alcun riferimento ai locali ad uso lavanderia, talvolta utilizzati come servizio igienico aggiuntivo.

Questa sezione della norma, inoltre, ha reso “normativa” e non più “informativa” l’Appendice A “Metodologia di calcolo per determinare la sezione totale netta delle aperture di ventilazione”, rendendo così maggiormente vincolante quanto prescritto all’interno di questa parte.

Si vede, infine, l’introduzione di un’Appendice C “Verifica della funzionalità delle aperture di ventilazione mediante la misura della differenza di pressione statica”. È possibile che questa Appendice sia stata inserita per consentire la misura delle aperture di ventilazione di impianti esistenti per cui non sia possibile la misura diretta. La metodologia qui applicata è quella che si ritrova nella norma UNI 10738:2012

 


 

Ventilazione e aerazione negli impianti a combustibili solidi

UNI 10683 (1998-2005-2012-2022) Generatori di calore alimentati a legna o altri combustibili solidi. Verifica, installazione, controllo e manutenzione”

https://www.spazzacaminobert.eu/?page_id=1025